Talvolta la cronaca di un fatto di semplice routine logistica nasconde insospettate complessità gestionali, particolari soluzioni ingegneristiche e la pianificazione di un sapiente lavoro di squadra. E’ il caso della procedura di carico di uno dei più evoluti elicotteri europei su uno dei più capienti velivoli da trasporto esistenti al mondo.
Il 5 aprile 2016 sono stato invitato presso il 2° Reggimento di Sostegno Aviazione dell’Esercito “ORIONE”, per assistere e documentare il caricamento di due elicotteri NH-90 su vettore Antonov-124, destinati a teatro operativo.
Un doveroso sguardo ad un passato lontano e vicino, contraddistinto da grandi traguardi tecnici e da personale appassionato e sempre all’altezza della situazione, ci porta all’appuntamento con l’attuale operazione di caricamento su Antonov AN-124.
Con un preavviso di circa 12 ore veniamo informati della “luce verde” per l’imbarco di due elicotteri: occasione unica per assistere da vicino ad un piccolo “prodigio di logistica”. Mi unisco alla squadra operativa incaricata per l’operazione, in attesa dell’arrivo del vettore ucraino presso lo stand 114 dell’Aeroporto Marconi, quando il Cap. Gaetano Maggiore, Comandante del 1° Squadrone del Gruppo Squadroni Riparazioni dell’ORIONE mi aggiorna rapidamente sulle procedure di sicurezza e sulle specifiche accortezze da tener sempre presente nel ruolo di osservatore autorizzato.
Mi ero procurato un Jacket fluo, comodo per l’identificazione in area operativa e noto subito con gratificante senso di appartenenza, di aver indovinato il medesimo colore del team in azione.
I due NH-90 sono ai margini del piazzale, affiancati e circondati da diversi tipi di contenitori tecnici all’interno dei quali sono riposti i particolari che è stato necessario rimuovere per agevolare il caricamento
Le macchine sono già perfettamente configurate per l’imbarco: corredate di protezioni, copertine e parabordi, le pale del rotore principale smontate ed imballate a parte in lunghe e snelle casse, mentre il rotore di coda è privato unicamente di una delle quattro pale, per ridurre l’altezza massima d’ingombro. Tutto è pensato ed allestito per la più efficiente riduzione del volume e per la sicura movimentazione e collocazione dell’aeromobile all’interno del “vagone volante”.
Mi incuriosisce l’attività di alcuni operatori intorno ad un grande contenitore metallico da cui vengono prelevati i componenti di un particolare carrello. Il Cap. Maggiore mi spiega che sta per essere montato il Kit di Caricamento GB-KC01, un manufatto ingegnerizzato dal Reggimento e realizzato dalla ditta BARBERI, avente il compito specifico di assistere e consentire la manovrabilità dell’NH90, per il tramite di una guida bilanciata del carrello anteriore, durante il traino col verricello sulla rampa di carico dell’AN-124.
“L’esperienza maturata su vettori Globemaster ha notevolmente semplificato l’approccio di caricamento su vettori AN 124, che per le dimensioni maggiori garantivano il caricamento multiplo di NH-90”.
Alla fine di una giornata indimenticabile al fianco degli uomini e delle donne dell’ORIONE, chiedo al Col. Proietti quali siano le sfide future che si prospettano per il 2° Reggimento di Sostegno Aviazione dell’Esercito. La sua risposta conferma quanto di entusiastico ho avuto modo di vedere durante questa particolare esperienza: “Nel corso degli anni il 2° ORIONE ha sempre risposto con puntualità ed entusiasmo alle sfide che gli si sono prospettate. Il motto del Reggimento recita “Sic itur ad astra”, e come nelle migliori tradizioni dell’ORIONE, qualsiasi possa essere la sfida, l’obiettivo sarà sicuramente centrato”.