Nell’ottobre del 1974 la US Navy perse tre velivoli ed 8 aviatori nella sola area mediterranea. Ho cercato di ricostruire quanto accaduto con ricerche e con una mia diretta testimonianza: questi i risultati, iniziando dagli ultimi due aerei in ordine di tempo
23 ottobre 1974 – Rientrando da una missione di esercitazione , una coppia di F4J imbarcati sulla USS AMERICA, per le pessime condizioni meto-marittime vengono dirottati sulla Base Aerea di Grazzanise, dove non arriveranno mai.
Le condizioni meteorologiche erano molto severe anche sull’ Italia Centro Meridionale e i due aerei, dovendo attraversare un territorio montuoso e sconosciuto, con una copertura di nubi spessa e bassa, si separano per evitare collisioni. Il volo si prolunga più del previsto, in pratica si perdono, ed entrambi si trovano a corto di carburante. Il velivolo AC205 #157303, appartenente al VF-103 “Sluggers” ( quello che poi diventerà “Jolly Rogers”), raggiunge Gaeta ed inizia la fase finale di avvicinamento a Grazzanise dove sarebbe dovuto atterrare per la pista “24”. Completamente privo di carburante, cade in mare poco al largo di Punta Stendardo, permettendo la preparazione della procedura di eiezione dell’equipaggio. Il pilota, Ltj Saunders ed il suo RIO Lt J.G.J. Turnbull, vengono subito soccorsi. L’aereo, poggiato su di un fondale di una trentina di metri, viene recuperato in tronconi nei giorni successivi. I rottami vennero portati a Capodichino e sistemati in un prato poco distante la Stazione Meteorologica. La sezione di coda è stata per lungo tempo una tentazione di un blitz con giravite, poi i lavori di ampliamento dell’ area di raccordo della pista fecero sfumare il progetto, lasciandomi il rimpianto di non aver fatto alcuna fotografia.
L’altro velivolo, l’AC 213, #155516, si perde attraversando il Molise ,termina il carburante e l’equipaggio si eietta. Il Phantom precipita nei pressi di Sepino ed il pilota R. Plutt ed il RIO ENS G.Willkinson raggiungono il suolo col paracadute. Anche i rottami di questo velivolo vengono portati a Capodichino ma non saranno collocati insieme a quelli dell’altro Phantom. Molto probabilmente erano in piccoli pezzi e più facilmente portati in discarica. Prima di chiudere questo incidente c’è la necessità di qualche precisazione, prima ancora che qualche attento lettore non ci segnali qualche discrepanza. Avrete notato che parlo di aerei imbarcati sulla USS AMERICA, mentre i due velivoli portavano la scritta USS SARATOGA, come si evince anche dalle due foto allegate scattate sul ponte della USS AMERICA il 1° Ottobre 1974 a Solen. Durante questa crociera, come mi informa Robin A.Walker, autore della foto del “213”, la portaerei imbarcava il CVW-8, con codice di coda “AJ” e non avendo disponibili alcuni Squadrons di appartenenza, la USN li rimpiazzò con altri che mantenevano il nome dell’unità di appartenenza, in questo caso la USS SARATOGA. In particolare erano presenti a bordo il VF-103, ( codici AC200 a 213) e il VF 213 , normalmente basato sulla USS KITTYHAWK di cui manteneva il nome ed il codice NH ( velivoli NH 100 a 111) . Altri Squadrons imbarcati erano il VMCJ2 ( Det-,13), 4 velivoli EA3B Prowler( codici CY 610-a 614), ed il VAW 126, con 4 aerei E2B Hawkeye( codici AA 760 – 763), basati sulla USS FORRESTALL. Una vera “pacchia” per un appassionato di foto della USNavy!
Ringazio Robin A.Walker per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione della sua foto. Purtroppo non sono riuscito a trovare l’autore della foto dell’AC205. Mi scuso e lo ringrazio in anticipo, pronto a dargli il dovuto credito.
9 luglio 1974
La storia ha inizio l’8 luglio: da Rota, in Spagna, Home Base del VQ-2, parte il TA3B, codice “00”#144863, con destinazione Napoli. A bordo. Oltre l’equipaggio, c’è personale che dovrà successivamente imbarcarsi su aerei del VR-24 per raggiungere una portaerei in Mediterraneo ( forse la USS AMERICA). Il TA3B ha, infatti, compiti per trasporto VIP e personale vario. Dopo l’atterraggio a Napoli, nella ispezione post volo, viene riscontrata una avaria. In mancanza di pezzi di ricambio presso la Naval Air Station ( oggi NAFacility) di Napoli, vengono richiesti a Rota ed arrivano, insieme al personale tecnico, con un P-3. I lavori terminano nella tarda mattinata del 9 luglio. Quella mattina ero a Capodichino per fare qualche foto e, come al solito, ero ospite dell’Aero Club, che all’epoca aveva una posizione logistica ottimale ( oggi occupata dall’ATITECH) perché permetteva di fotografare con un obiettivo normale o un medio tele, tutto ciò che transitava proveniente dall’area militare italiana, dell’aeroporto o dalla NAS, se era in usa la pista 06. Per non parlare dei velivoli AMI ( e qualche volta quelli della US Navy) che transitavano sul piazzale dell’AeroClub per recarsi presso il centro di manutenzione dell’allora AERITALIA. Trascorsi l’intera mattinata, scattando un rollino con la fida Olympus OM-2n e, fattasi l’ora del rientro, quasi le 13, misi a posto la macchina fotografica e mi diressi verso il parcheggio. Un sibilo mi avvertì che c’era attività nella base della USN e che qualcosa si muoveva sulla “ramp” della NAS (oggi NAF): era il familiare TA3B, ben noto per i suoi atterraggi con il parafreno rosso bianco blu. Vidi, come prassi, i pompieri prepararsi per dirigersi a fianco pista all’altezza di dove è sistemata la barriera di arresto. L’aereo imboccò la taxi way che lo avrebbe portato alla testata “06”. Effettuata la prova motori e gli altri controlli, ricevuta l’autorizzazione al decollo, si allineò, mollo’ i freni e poco dopo si staccò da terra .Mi abbassai per prendere la borsa fotografica per riporla in auto e sentii un rombo ovattato. Alzai gli occhi e vedi fiamme e dense volute di fumo nero circa 1500 metri dopo la testata 24. Il velivolo, decollato, aveva continuato dritto per prendere quota per poi virare a sinistra, improvvisamente si era inclinato a destra di 30° precipitando al suolo, disintegrandosi, in posizione pressocchè invertita, in località “Arcopinto” tra Afragola e Casoria, dove oggi sorgono alcuni Centri Commerciali. Persero la vita i tre dell’equipaggio e cinque passeggeri, l’LCCD Dwight I.Worrel, l’LTJG Douglas I.Davis, Nav. AMH2 Robert F. Carney, AE2 William I Bauler, AQ2 John G. Pauljohn, ADJ2 Robert S. Cherrington, AIJ3 Orval.T May e l’AE3 Carl.F. Schwartz.
Le cause dell’incidente rimarranno ignote: si sono ipotizzate la perdita di un motore, uno “split flap” e un attacco cardiaco al pilota. Il figlio di Worrel esclude l’ipotesi del malessere del padre, che aveva 39 anni,con circa 2000 ore di volo sullo Skywarrior ed esperto dell’aereo, per il quale coniò il termine “ All Three Dead” . (A3D) , riferendosi alla quasi impossibilità dell’equipaggio di lasciare il velivolo col paracadute,operazione molto difficoltosa:, l’abitacolo era piuttosto angusto ed in posizione elevata rispetto al portellone di uscita, tanto da necessitare di uno scivolo. Aveva progettato anche un seggiolino eiettabile che non venne preso in considerazione ( l’aereo non venne mai equipaggiato con seggiolini eiettabili).
Se l’aereo fosse decollato per la “24” sarebbe precipitato in piena città, a Piazza Garibaldi con conseguenze ben più tragiche
. Quel giorno tornai a casa con gli occhi pieni di lacrime.