Da domenica 23 a giovedì 27 ottobre ha fatto tappa nel capoluogo campano la fregata Carlo Margottini (F592), terza unità della classe Bergamini, rientrante nel programma multinazionale FREMM. La sosta è coincisa con la VII edizione di “Shipping and the Law”, appuntamento internazionale che riunisce i vertici mondiali del settore marittimo per confrontarsi sul futuro dello shipping. Frutto di una collaborazione tra le Marine di Francia e Italia, le navi del programma FREMM (Fregate Europee Multi-Missione) sono unità concepite per svolgere un vasto spettro di missioni quali: lotta anti sommergibile, pattugliamento, attacco ad obbiettivi posti sulla terraferma, rilascio e supporto a Forze Speciali, e sono dotate di equipaggiamenti di ultimissima generazione che ne fanno di fatto le fregate più avanzate attualmente in servizio a livello mondiale. Varata il 29 giugno 2013 e consegnata ufficialmente alla Marina Militare il 27 febbraio 2014, l’unità è intitolata alla memoria del Capitano di Vascello Carlo Margottini, Medaglia d’Oro al Valor Militare, ufficiale Comandante di una Squadriglia di Cacciatorpediniere durante l’ultimo conflitto mondiale e caduto valorosamente il 12 ottobre 1940 a largo di Capo Passero.
È la seconda nave della Marina Militare a portare questo nome, in precedenza assegnato ad una fregata della precedente classe Bergamini (prime unità di scorta al mondo in grado di imbarcare e ricoverare un elicottero antisommergibile) in servizio nella Marina Militare dal 1962 al 1988. Le FREMM italiane si dividono in due sottocategorie: General Porpuse e ASW, le prime caratterizzate da una spiccata versatilità operativa, le seconde specializzate nella lotta antisommergibile. Nave Margottini appartiene alla seconda categoria. Lunga 144 metri e larga 19,4 metri, la nave ha un dislocamento di 6700 tonnellate e un pescaggio di 8,4 metri. L’impianto propulsivo è di tipo CODLAG (Combined Diesel – Electric And Gas), caratterizzato da notevoli dori di silenziosità, e composto da una turbina General Electric/Avio LM2500+G4 da 32 MW, 2 motori elettrici Jeumont Electric, montati sugli assi, da 2,15 MW ciascuno e 4 generatori diesel Isotta Fraschini VL 1716 HPCR da 2,8 MW ciascuno. È inoltre presente un thruster azimutale retrattile, della potenza di 1 MW, di grande ausilio nelle manovre in porto e utilizzabile in alternativa come propeller d’emergenza. L’armamento è costituito da due cannoni OTO Melara 72\62 con sistema Davide\Strales per l’utilizzo di munizionamento guidato, due cannoncini Oto Melara/Oerlikon 25/80 per la difesa di punto, un sistema di lancio verticale a 16 celle (+16 celle opzionali) Sylver A50 per missili terra-aria Aster 15/30, otto missili antinave Teseo\Otomat Mk-2/A (con capacità land attack) o antisommergibile MILAS, due lanciasiluri trinati da 324 mm per siluri Eurotorp MU-90 con caricamento automatico dal magazzino, due lanciarazzi SCLAR-H per lancio contromisure e infine un sistema di lancio per contromisure anti siluro CANTO-V.
I sensori principali di scoperta sono il radar MFRA (Multi-Function Radar Active) MMI/SPY-790, per la sorveglianza aerea/tracciamento bersagli e il radar di scoperta di superficie RAN-30X. Sono presenti inoltre 2 radar di navigazione SPN-730 e un sensore di ricerca all’infrarosso SASS-IRST (Silent Acquisition and Surveillance System-Infra Red Search and Track). Il Margottini è dotato di un doppio hangar capace di ospitare due elicotteri SH-90 o HH-212 oppure un SH-90, o HH-212, e un EH-101. L’equipaggio è composto da 167 tra uomini e donne. Attualmente Nave Margottini è Flag Ship del Comando dell’Operazione nazionale Mare Sicuro fino al 4 novembre. Attivata il 12 marzo 2015, come conseguenza dell’evolversi della crisi libica, Mare Sicuro ha come compiti principali la protezione dei mezzi impegnati nelle attività di soccorso in mare, la sorveglianza e la protezione delle piattaforme petrolifere in concessione e operate da ENI, la protezione del naviglio da pesca battente bandiera italiana e il contrasto dei traffici illeciti in mare. L’area di operazioni, di circa 160.000 kmq, si estende nel Mediterraneo centro-meridionale con limite fino alle acque territoriali libiche. Attualmente sono impiegate fino a cinque unità di superficie e due sommergibili per un totale di 800 militari in servizio ogni giorno. Da inizio operazione sono stati effettuati più di 1750 interventi di soccorso con il salvataggio di oltre 260000 persone e l’arresto di più di 1114 scafisti.
FREMM IT-ASW, LO STATO DELL’ARTE NELLA LOTTA ANTISOM
Come accennato in precedenza nave Margottini è un’unità con allestimento specifico per missioni di lotta antisommergibile. Nell’ambito del programma FREMM, oltre al Margottini, sono in servizio altre tre fregate di questo tipo: Virginio Fasan (F591, prima ad essere realizzata), Carabiniere (F593) e Alpino (F594), consegnata da poco alla Marina Militare. Le navi di questa categoria si differenziano dalle General Porpuse per la presenza di specifici equipaggiamenti finalizzati alla ricerca, al tracciamento e all’identificazione di sottomarini avversari. I sensori acustici comprendono un sonar attivo\passivo a scafo Thales UMS 4110 CL istallato nel bulbo di prua (presente anche sulle GP), un sonar a profondità variabile attivo passivo Thales UMS 4249 CAPTAS4 e una cortina idrofonica rimorchiata, questi ultimi alloggiati a poppa, al posto della sella per il RHIB di cui sono dotate le GP. Caratteristica unica della unità ASW è anche la presenza del SeaBeam 3050 multi-beam panoramic echo sounder della Wärtsilä ELAC Nautik, particolarmente utile per l’analisi del fondale marino. Presente anche un telefono subacqueo Thales TUUM-6. L’insieme di tutti questi sistemi, unitamente a quelli imbarcati sull’elicottero SH-90, forniscono una capacità ASW con pochi eguali a livello europeo e mondiale. Il sistema di combattimento, dalle spiccate capacità di sensor fusion, elaborerà i dati provenienti dalle diverse fonti offrendo una dettagliata situation awarness, impensabile sulle navi di vecchia generazione. Inoltre le potenzialità della suite acustica nel processamento dei segnali sulla bassa frequenza conferiscono un indubbio vantaggio in termini di scoperta a lungo raggio, un settore in cui la Marina Militare si è affacciata solo da pochi anni. Una volta identificato il bersaglio l’ingaggio avverrà tramite i siluri MU-90 presenti a bordo dell’unità o lanciati dall’elicottero, oppure tramite il sistema missilistico MILAS. Con l’entrata in servizio delle quattro FREMM in versione IT-ASW la Marina Militare è ora in grado di disporre di uno strumento particolarmente sofisticato, che costituirà la spina dorsale della squadra navale nel settore della lotta antisom, che verrà completato con la futura introduzione dei PPA (Pattugliatori Polivalenti d’Altura) anch’essi utilizzabili in ambito ASW.