Lo scorso 17 febbraio è stato varato , nella totale assenza del Comune di Napoli, troppo impegnato a sventolare una bandiera “Pace” e della Regione Campania, ma alla presenza della Marina Militare e di tutte le maestranze, presso i Cantieri Megaride di Napoli , commissionato dalla Marina Militare Italiana, il Bacino Galleggiante GO-60.
Le esigenze della Marina necessitavano di una unità che avesse le prerogative di adeguare in termini di quantità e di caratteristiche tecniche, le sistemazioni per il supporto logistico necessarie per la messa “a secco” delle unità attualmente in servizio e di quella in corso di acquisizione da parte della stessa Marina Militare. Il GO 60 consente, infatti, di offrire il supporto per il carenaggio e la manutenzione di Cacciamine classe Lerici, delle Navi ausiliare di addestramento, dei Mezzi da Sbarco, delle navi idrografiche di classe Ninfe, dei Pattugliatori costieri classe Esploratore, dei Rimorchiatori d’altura classe Ciclope e delle Unità Navali Polivalenti ad Altissima Velocità ,attualmente in corso di acquisizione.
Strutturalmente il bacino è costituito da una platea e due murate divise in senso orizzontale dal ponte di sicurezza al di sotto del quale sono stati realizzati i compartimenti allagabili e posizionate tutte le apparecchiature necessarie per la manovra di affondamento e di riemersione, mentre al di sopra del ponte di sicurezza sono stati collocati i locali logistici ed operativi. Complessivamente sono presenti 16 compartimenti allagabili in platea, e 4+4 compartimenti collocati nelle fiancate che costituiscono le casse di zavorra. Sulla torre di dritta è posizionata la camera di manovra all’interno della quale è installata la consolle a disposizione del “Capo di bacino” che anche da solo è in grado di controllare, l’impianto di zavorra, il livello dell’acqua di ciascuna cassa, l’assetto dell’unità, la sua immersione, l’impianto antincendio ed i relativi sensori, la cassa del gasolio di servizio, il controllo del gruppo elettrogeno, le radio VHF, i fanali di navigazione ed i sistemi di comunicazione.
Sulla torre di sinistra è installata una gru elettroidraulica che scorre su rotaie e con un braccio estensibile e retrattile, che viene adoperata per le operazioni di sollevamento. Notevole attenzione è stata dedicata nell’ottenere una unità che avesse un minimo impatto ambientale, dotata di impianti di trattamento delle acque di sentina, un impianto a pioggia con lo scopo di trattare integralmente lubrificanti ed idrocarburi accidentalmente rilasciati dalle unità immesse nel bacino, ed un impianto di raccolta e conferimento a terra di liquami. E’ presente a bordo un Gruppo Elettrogeno in grado di erogare una potenza sufficiente a soddisfare le richiesta di energia nelle condizioni più gravose di impiego e con una riserva del 25%. I locali per la sistemazione logistica del personale di bacino sono sistemati sul ponte di dritta e possono ospitare fino a 24 persone di cui 1/3 donne.
Il varo, che costituisce in pratica la “nascita” dell’unità, è avvenuto in modo tradizionale, “per scivolamento”. Lo scalo non è altro che un grande piano inclinato sul quale è stato costruito il Bacino. Il piano di costruzione viene poi demolito per permettere l’inserimento di una slitta in travi di acciaio rivestite da travi di legno. Al momento del varo il Bacino poggia su di una slitta trattenuta da cavi di acciaio e catene ancorate allo scalo. Una volta terminate le complesse manovre di approntamento al varo, manovre che non possono arrestarsi, i cavi vengono mollati. Sarà la forza di gravità che permetterà al natante, vinto l’attrito iniziale con l’aiuto di lubrificante e, come è successo al varo del GO 60 , con l’aiuto di martinetti idraulici, di scivolare in acqua all’infrangersi di una bottiglia di spumante. La slitta continua la sua corsa su di una struttura in legno e per circa 40 metri sul fondo del mare, portando così il Bacino al galleggiamento. Così come in un parto possono esserci complicazioni, il GO 60 ha avuto il suo piccolo imprevisto: le due cime di prua che avevano il compito di controllare il corretto scivolamento e frenaggio, si sono spezzate in successione: due rimorchiatori (ricordiamo che il Bacino non ha sistemi propulsivi) hanno provveduto a riprendere il controllo della situazione. La nuova unità è rimasta in bacino per qualche giorno e per piccole operazioni di completamento. Il bacino, condizioni meteo permettendo, lascerà presto Napoli per essere, a traino, portato alla sua sede nella Base di La Spezia.
Le caratteristiche essenziali sono:
Lunghezzza 70 metri
Larghezza in platea 60 metri
Larghezza esterna 19 metri
Larghezza libera della platea 14metri
Altezza massima del bacino 9,5 metri
Immersione massima 8 metri
Portata 1000 tonnellate
I tempi di manovra al massimo carico sono di 1ora e 30 minuti per l’affondamento e 1 ora e 45 minuti per il sollevamento.