Vesuvio 1944

Testo di Carlo Tripodi

Foto via Carlo Tripodi

Scrivo che è il 18 marzo…data forse insignificante per molti ma per me molto significativa: circa 82 anni fa, in braccio a mia madre assistevo da Mergellina all’eruzione del Vesuvio. L’immagine, vivida nei miei ricordi, della lava che scorreva sul fianco del Vesuvio mi colpì moltissimo, dandomi l’imprinting che poi mi ha condizionato tanto da diventare Geologo. Se poi associamo l’immagine della batteria contraerea installata a Posillipo che fendeva il cielo con i suoi “traccianti” è facile accoppiare queste due immagini alla mia altra grande passione che è l’aeronautica. Questo preambolo è necessario per introdurre un argomento a molti sconosciuto: i danni che procurò ’eruzione del Vesuvio all’USAAF.

Prima è necessario chiarire il contesto storico dell’evento. Dopo lo sbarco in Sicilia l’Italia si trovò al centro delle azioni di guerra: lo sbarco a Reggio Calabria, a Salerno e la liberazione della Sardegna portò il fronte di guerra ad avanzare velocemente. Lasciate le basi del Nord Africa gli Alleati cominciarono ad operare da decine di aeroporti in Italia Meridionale. Da questi partivano le missioni di bombardamento che avevano come obiettivo principale ponti e strade di comunicazione per “tagliare” i rifornimenti alle truppe tedesche che operavano a sud di Roma ed in particolar modo a Cassino. L’azione culminò con la distruzione dell’Abazia di Montecassino, che era diventato un posto di comando tedesco.

Bombardamenti che cessarono il 15 marzo del 1944. Il 18 marzo il Vesuvio iniziò ad eruttare. L’evento procurò all’USAAF la perdita di 88 bombardieri B-25 Mitchell, appartenenti al 340th Bomb Group che da Foggia erano stati basati a Terzigno, in quello che veniva chiamato “Pompeii Airifield. Sistemato sul pianoro di vecchie lave, orti e vigneti  tra la strada  Provinciale Passanti, Via Verdi e via D’Aquino: Oggi la località viene chiamata Boccia al Mauro:. La pista era una striscia di grelle d’acciaio di circa 2000 metri. di cui non c’è più alcuna traccia.

 

Sulle sue piazzole con accessi a pettine alla pista erano schierati e mimetizzati alla meno peggio molte decine di Bombardieri B-25,( una fonte ne cita oltre 90)le tende del personale di volo e la manutenzione..

 

 

Il 13 marzo il professore Imbò, allora direttore dell’Osservatorio Vesuviano allarmato dalla frequenza e dall’intensità del tremore vulcanico avverti gli Alleati di una possibile eruzione, consigliando l’evacuazione dell’aeroporto. Il suo consiglio non venne preso in considerazione. Particolarmente restio all’abbandono fu il Colonnello Willis P. Chapman, che aveva assunto il comando del 340th il 16 marzo. Ritenne che il concentramento di tanti velivoli in altri aeroporti ed in particolare Capodichino, avrebbe reso quest’aeroporto un obiettivo privilegiato dei Tedeschi.

L’ultima missione del 340th avvenne il 20 marzo, data in cui l Vesuvio era in eruzione da tre giorni e alle 17:39 l’ultimo B25, e fu veramente l’ultimo, atterrò al Pompeii Airfield. Ci pensò il Vesuvio, d’autorità, a farsi rispettare, dando inizio il giorno successivo ad una intensificazione dell’attività vulcanica. Fase che fu immortalata da decine di cine-foto operatori degli Alleati.

Una nube densissima di materiali piroclastici, squarciata da fulmini si era innalzata dal cratere facendo ricadere brandelli di lava, ceneri, sabbia, mentre l’attività effusiva si limitava ad un flusso di lava che si riversava nel vallone naturale che separa il Monte Somma dal Vesuvio, chiamato “valle dell’Inferno” flusso che si dirigeva verso San Sebastiano e che raggiunse dopo aver superato il “Salto della Vetrana” una sorta di cascata naturale.

Il bagliore notturno del vulcano rese in pratica inutile l’oscuramento di Napoli e venne sfruttato dai bombardieri tedeschi per incursioni sulla città, sulle navi in porto ed in rada. Alle prime avvisaglie alcuni aerei decollarono per poi atterrare a Capodichino e Pomigliano, ma numerosissimi furono quelli investiti dai prodotti piroclastici da venirne letteralmente sommersi.

Dell’avvenimento sono piene le pagine dei diari di militari che, novelli “Plinio il Giovane”. lo hanno descritto,spesso in modo molto “colorato”: Questi documenti , che sono stati declassificati, li ho ottenuti grazie alla collaborazione con USAF Historical Research Center.

Leggiamone alcune: il sergente Robert F.McRae annotava sul suo diario “….Seduto nella mia tenda , sento ad intervalli di quattro, dieci secondi il rombo del vulcano. simile al rotolamento di palle da bowling. Guardando la sommità del vulcano sembra che il mondo vada in fiamme….”  Due ore dopo una “pioggia di neve nera” cade sull’aerodromo Il sergente Mc Rae ,indossando la maschera antigas ( l’acqua più l’anidride solforosa formava fumi di acido solforico) annotava “    Il posto in cui mi trovo sembra apparentemente sicuro, Sembra che qui civili e militari non si preoccupino molto, forse perché la lava non ha ancora preso a scendere dalla nostra parte….”. Non dovette aspettare molto: alle 8 del mattino successivo del quinto giorno di eruzione, annotava “…pietre nere di tutte le dimensioni, alcune grandi come

palloni da football cadono in grande quantità, ricoprendo totalmente il terreno, rompendo i rami degli alberi, forando le tende, schiacciandole sotto il loro peso, martellando e rompendo gli aerei, bruciando le parti in tela e frantumando quelle in plexiglass….”. Il diario dello storico del 340thGruppo riporta, invece, l’avvenimento come se fossero“…palle da tennis infuocate, alcune grandi come angurie…..”     Il 21 marzo, un altro storico del Gruppo il Capitano Everett Thomas annotò nervosamente “…..Sembra che la cima del vulcano sia saltata interamente…e sul nostro campo cominciano a cadere brandelli di lava incandescenti come se ci trovassimo in una fonderia….”

 

Non c’era più il tempo di mettere in salvo niente, il Vesuvio infieriva sugli aeroplani frantumando torrette e le parti finestrate, bruciando le superfici di governo in tela, deformando quelle metalliche. Le cenere ed i lapilli che si depositavano sul campo erano ormai spesse più di una sessantina di cm, bruciavano gli pneumatici e facevano collassare i longheroni alari. Gli aerei che erano riusciti a mettersi in moto ebbero bel presto i motori fuori uso per l’ingestione di sabbia. In pratica il destino del 340th Bomb Group era segnato.  Il 22 marzo fu chiaro che gli aerei non si sarebbero potuti salvare ed il Col.Chapman ordinò agli uomini di evacuare, indirizzandoli a Paestum presso il campo di volo Gaudo, dove vennero ospitati una notte tanto fredda, da essere annotata nei diari, in capannoni che servivano per l’essiccazione delle foglie di tabacco.

 

Nel frattempo a Terzigno e Poggiomarino i tetti delle case crollavano sotto il peso delle ceneri, nonostante la spalatura effettuata dagli abitanti.

L’eruzione fu di breve durata Il 26 marzo, al termine delle “ostilità” il personale rientrato a Terzigno tracciò un bilancio dei danni: 88 B-25 erano stati pesantemente danneggiati e non più riconducibili in condizioni di volo. Una più attenta ricognizione permise di recuperarne alcuni che vennero trainati al nuovo aerodromo di Ottaviano (Vesuvius Airfield), dove il 19thService Group fu in grado di ricostruire 14 aerei che rientrarono negli Stati Uniti ed usati come addestratori nelle scuole di volo, per poi essere utilizzati come bersagli. Per il traino i velivoli vennero alleggeriti di tutto  anche delle razioni di emergenza che comprendevano un gran numero di caramelle ”Charms” di cui beneficiarono i bambini di Terzigno, Pompei , Torre del Greco, Torre Annunziata e Cercola. Oggi, ultra ottantenni, ne ricordano quelle, saporitissime, al gusto di ciliegia.

 

A fronte dei pesantissimi danni materiali (circa 22 milioni di dollari di allora), solo tre furono i feriti per la caduta di grossi lapilli che causarono fratture alle braccia ed un naso fratturato da  lapilli incandescenti rimbalzati sull’ elmetto di acciaio. I

Intanto il 340th si era trasferito in Corsica nella Base Aerea di Ghisonaccia e avendo ricevuti i nuovi Mitchell versione J continuò la sua attività’ bellica in Italia Settentrionale e nei cieli d’Europa contro “Jerry” come venivano denominati i tedeschi, e subendo  altre gravi perdite  per il bombardamento della  base aerea corsa

Il 29 marzo il Vesuvio cessò la sua attività ed iniziò un sonno che ancora continua. Gli aerei che erano rimasti sul campo furono smantellati dai locali di tutto quello che poteva essere riutilizzato e sparirono del tutto. Forse ancora qualche grella sopravvive in qualche recinzione.

In realtà ciò che avvenne al Pompeii Airfield non influenzò l’andamento della guerra ma fu sfruttato da “Axis Sally”, la radio di propaganda nazista, che diffuse la notizia dell’evento rilevando che l’eruzione era un segno che Dio era al fianco dell’Asse….

Dell’aeroporto esiste una buona iconografia ma essenzialmente dell’evento eruttivo. ma carente da punto di vista aeronautico: molti codici sono stati censurati, altri non inquadrati. Ciò non facilita l’esatta identificazione del tipo di velivolo, quasi tutti della versione B, escludendo la “J”( post eruzione) le versioni  si restringono a B, C, e forse G: Tutti portavano la colorazione grigio e verde oliva.

Molti  mostravano pin up e motti Uno di questi era un velivolo che portava una bella pin up “Anna” con la scritta SHE DONE ME WRONG: dopo l’eruzione (era tra i velivoli recuperati)alla ragazza fu aggiunto una sagoma del Vesuvio in eruzione ed il nome divenne “VESUVIANNA”. Un altro che mi ha molto interessato è un velivolo “sharkmouthed” WHO CARES?

Questo aereo venne radiato ma sostituito con le stesse scritte e bocca di squalo da un velivolo della versione J, con le stesse scritte e fauci di squalo e che venne distrutto da un bombardamento in Corsica e, per la terza volta ,sostituito da un altro J che e a sua volta subì danni per un pesante atterraggio d’emergenza.

Stamane, 18marzo, dopo più di 80 anni, sono stato a rivedere quello che, per i suoi precedenti comportamenti fu chiamato “ sterminator Vesevus” e gli ho chiesto se era consapevole di avermi cambiato la vita.

Non mi ha risposto, ma, si sa, che chi tace acconsente.

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